Antonio Papasso
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Papasso: |
"Larte
contiene un codice naturale capace di comunicarsi, come una presa elettrica
sotto tensione. E sufficiente inserire una spina perché
la corrente inizi il suo flusso! È possibile che nei miei viaggi creativi, incontri ciò che ogni uomo vorrebbe incontrare, oppure cerchi le soluzioni che riguardano letica che vorrebbero esplicitarsi fidando in un linguaggio comunicabile. Se tutto ciò produce arte, cè da sperare che questa contenga una nuova coscienza." |
Otto anni dopo, nel 1989, in occasione di una mostra personale in una galleria romana, ancora Dorfles commenta: |
"Nel caso di Papasso, nulla nelle sue opere porta l'impronta di memorie figurative d'un passato remoto e neppure di uno più recente. Sino dai primi lavori più maturi -a partire dagli anni settanta circa- l'artista ha seguito un cammino suo proprio che sarebbe troppo semplice definire come astratto; ma che indubbiamente ha scartato ogni retaggio figurativo del passato, lasciando che fossero la materia, il colore, e soprattutto il segno, a narrare una leggenda personalissima e recondita." ... |
(Per la lettura integrale del saggio: menu Dorfles 1989)
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