Antonio Papasso
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Ritornando agli anni settanta e dopo aver parlato degli stimoli ricevuti dal periodo cubista, dalle massime picassiane, la strada che Papasso ha successivamente seguito si è lentamente allontanata da quelle atmosfere. Lui si avvicina al mondo contemporaneo con le sue forme "astratte". Citiamo alcuni aforismi picassiani: |
"mai visti i colori lottare tra loro." "Non cerco, trovo." "Comè possibile disinteressarsi degli altri uomini?... No, la pittura non è fatta per decorare gli appartamenti. È lo strumento di guerra offensiva e difensiva contro il nemico!" "la gente vuol capire: perché non cerca di capire il profumo di un fiore, la bellezza di una notte!" "Linsegnamento accademico della bellezza è falso. Siamo stati ingannati ma così bene che non riusciamo a rintracciare nemmeno unombra di verità" |
Papasso considera: |
Il pensiero picassiano e la sua opera favoriscono lo sviluppo delle facoltà umane? Cera in Picasso lintuizione di una probabile evolutiva trasformazione della società e di conseguenza la necessità delluomo di poter disporre degli strumenti introspettivi, di tutela, per affrontare il futuro? Io credo che larte ha la capacità di comunicare valori assoluti e, per la sua natura, ha la forza di dare impulso allevoluzione della specie. |
Papasso si avvicina
al mondo artistico contemporaneo. Esegue opere su superfici quadrate, rettangolari, ovali, trapeziodali, ecc., dando senso alle stesse forme e dimensioni della materia che ospita il processo creativo. Esso prende inizio da un tracciato cosciente, che si sviluppa allinterno della forma e nello spazio circostante, fluendo successivamente nellassoluta libertà di una conduzione dallinconscio. La superficie si viene arricchendo da segni, punteggiature, colori che trasformano e si trasformano a loro volta. Papasso procede in maniera automatica lasciandosi andare sotto e sopra la sfera della progettualità razionale. Quando la crescita della pianta è compiuta, Papasso si ferma e attende fiducioso lemergere dei valori dellarte, di cui chiunque potrebbe raccogliere i frutti. Lopera vive e si propone a chi guarda, che potrebbe reagire alle dissonanze, respingere lenergia che emana per paura del nuovo, perché non si sporge, non si affaccia fuori della rassicurante abitudine di un gusto, scontato e ormai familiare. Può, però, entrare in empatia, assumere latteggiamento dello stupore e dellascolto di fronte a richiami che fanno salire e risuonare, allinterno di lui, le corde dellaffinità e della similitudine. Così lirrealtà riguadagna una realtà antica, al fondo della natura e della condizione delluomo. |
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