Le principali Raccolte Pubbliche dove l'opera di Antonio Papasso è presente, anche con
il pseudonimo di Antigone:
Gabinetto Disegni e Stampe, Roma (6 OPERE)
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Stedelijk Museum, Amsterdam (6 OPERE)
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The MOMA, New York (7 OPERE):
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Le informazioni sono disponibili anche su WORD
Bibliothèque Nationale, Parigi (34 OPERE)
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Museo Storico Aeronautica Militare, Vigna di Valle (Roma) (1 OPERA) - Non ha il DataBase, vedi scheda in Word
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"ANTONIO PAPASSO: ELOGIO DEL LEGGERO"
La visione oculare umana definisce ben delineate forme e figure del mondo.
Papasso definisce esclusivamente segni, impronte, grinze. La sua visione tattile
sposta la percezione dall’inferno della realtà al paradiso della sensibilità pura.
Là dove l’anima (dal greco ànemos, soffio vitale) vive i suoi tempuscoli di
illuminazione estatica.
Scrisse Leonardo: "Infralle cose grandi che fra noi si
trovano, l’essere del nulla è grandissimo". È appunto questo raro neutrino -
prodotto magicamente dalla e “nella psiche umana - che Papasso ricerca. E testimonia.
Tanto piccolo e tanto emotivo e così fugace da essere vicino al nulla. Al "nulla grandissimo"
di Leonardo. E lui, Antonio Papasso, monaco sul Monte Athos della percezione, lo ricava
pazientemente da mezzi poveri, colori delicati, voci sottili, umili toccanti trasparenze.
Marginalità fragili, simili a respiri e sospiri. L’operazione di Papasso, apparentemente debole e a voce bassa,
alla fine che significato ha? Diamole anzitutto un nome: Elogio del leggero. Per spiegarne meglio il contenuto,
aggiungiamo un sottotitolo: Alla ricerca dell’inconscio tattile. Analizziamola per ultimo, entrando nei significati riposti.
L’operazione, che ai superficiali sembra banale, dalla sua penombra mette in luce cose importanti.
Leggero è parola che deriva dal latino volgare, per dire "lieve". Di poco peso, impercettibile,
quindi tutto ciò che è delicato. Però il latino levis, indica l’alleggerire. Parola che rimane per noi tuttora
nel termine levatrice. Colei che alleggerisce la madre dal nascente figlio. Veniamo ai dipinti. Ebbene,
proprio questo elogio del leggero, è fatto di lavori in acquaforte più collage. Se ci pensiamo bene,
alleggeriscono chi li contempla.
Una per una le icone di Papasso sono un esercizio di penetrazione. Il contemplante esce dal frusto mondo delle cose.
Si alleggerisce gradatamente della pesantezza della vita quotidiana. Della sua ripetuta densità. E come la levatrice fa
nascere qualcosa di vivo, le acquaforti e collages fanno nascere in lui una emozione dopo l’altra.
continua...
Riccardo Barletta
Milano, 24 settembre 2006
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