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Sono tenui e preziose, queste brevi liriche grafiche, che
esplorano i nodi e i ritmi segreti della realtà
biologica vivente. Il segno ha il timbro acuto e continuo, ai
limiti del sensibile come il suono delle vocali nella poesia di
Ungaretti. Papasso pratica l'incisione perchè il bulino
è più acuto della penna e l'acido più
mordente dell'inchiostro: penetra oltre la pelle, sente il
flusso dei glubuli sanguigni, il ritmo di crescita delle
cellule, il reticolo fitto dei tessuti, i colori esangui dei
tessuti. E quanto più s'addentra nell'infinitamente
piccolo tanto più ascolta e registra l'immenso respiro
del cosmo. |
(*)Giulio Carlo Argan (Torino, 1909 - Roma, 1992). Storico italiano, professore universitario e critico d’arte. Ha scritto numerose opere, tra le quali ricordiamo: Henry Moore (1948), Walter Gropius e il Bauhaus (1951), Borromini (1951), Brunelleschi (1955), Architettura Barocca in Italia (1957), Studi e Note dal Bramante al Canova (1971). |